Intervista a Giuseppe Mataluna
17-12-2024 16:46 - Società
Dopo i primi mesi della sua nuova avventura alla Nottolini abbiamo chiesto le impressioni a coach 𝐆𝐢𝐮𝐬𝐞𝐩𝐩𝐞 𝐌𝐚𝐭𝐚𝐥𝐮𝐧𝐚
Introduzione
Il periodo natalizio porta naturalmente a fare il punto sulla situazione e a guardare al futuro, gettando le basi per una programmazione: i famosi buoni propositi. Chi sono io per sottrarmi a questa tradizione?L'inizio
Tornando seri, vorrei fare un passo indietro e precisamente a questa estate, quando sono stato contattato dal nostro presidente Enrico Bertini e dal nostro direttore sportivo Paolo Vichi. Mi è stato proposto di entrare a far parte della Pallavolo Nottolini in qualità di allenatore, una società che ben conoscevo essendo stato avversario per alcuni anni. Enrico e Paolo furono chiari fin dall'inizio: il lavoro che ci attendeva sarebbe stato un lavoro di ricostruzione, duro e lungo, ma con l'obiettivo di tornare a rappresentare ciò che la nostra società aveva sempre rappresentato sul territorio e non solo.
Lo Staff Tecnico
Appena entrato nella famiglia Nottolini, il primo atto materiale è stato quello di essere inserito nel gruppo WhatsApp dello staff tecnico. Qui ho trovato persone con le quali in passato avevo collaborato direttamente, persone che conoscevo ma con le quali non avevo ancora collaborato in maniera diretta, e delle nuove scoperte. Un aspetto che mi piace molto, e che non sempre ho ritrovato nelle mie varie esperienze, è la presenza contemporanea di due tecnici per ciascun gruppo. Non solo, in alcuni giorni l'impianto è parzialmente condiviso da due gruppi squadra. Questa parziale sovrapposizione consente sia veloci scambi di opinioni o confronti, ma anche la condivisione di metodologie di allenamento. Una delle difficoltà che ho riscontrato nei miei anni da giocatore prima e da allenatore poi, è rappresentata dal fatto che, a causa delle difficoltà logistiche, spesso i gruppi squadra rappresentano isole. Diventa difficile per i tecnici conoscersi e confrontarsi, e l'occasione delle periodiche riunioni tecniche spesso non è sufficiente. Qui alla Nottolini, capita sovente di condividere atlete, magari per ruolo, per fare lavori tecnici mirati, oppure di sfruttare la presenza di preparatori fisici e fisioterapisti.
Le Atlete
E veniamo alle atlete, le nostre splendide ragazze, che hanno avuto la sfortuna di capitare sotto le mie grinfie. È risaputo, e le ragazze l'hanno capito a loro spese, che non sono una persona facile. Amo circondarmi di persone generose e dedicate in palestra, che si tratti di allenamento o partita; ho sempre pensato, infatti, che con serietà e lavoro si sia destinati a raggiungere gli obiettivi che sono alla portata di ciascuno di noi. Se poi a questi aggiungiamo l'entusiasmo, un po' di sana follia o incoscienza se preferite, ecco che si apre un mondo dove i limiti non sono ben delineati e i sogni possono sembrare un po' più vicini. In questa prima parte della stagione, oltre a far comprendere i miei metodi di lavoro, il compito più oneroso in termini di impegno, oltre che difficile, è stato proprio quello di far capire alle ragazze di lasciarsi andare, di mettersi in gioco, di non autogiudicarsi ma, allo stesso tempo, di assumersi le responsabilità; tutte cose che un atleta, con l'aiuto delle compagne, del tecnico ma in primo luogo da sola deve essere in grado di gestire durante una partita. Devo dire che qualcosa si comincia ad intravedere... nel vortice delle montagne russe che la pallavolo giovanile femminile costituisce.
#WeAreNottolini
Fonte: Addetto Stampa